Microblanding

La maggioranza di persone che leggerà questo articolo di sicuro avrà già sentito parlare di Microblanding, e cioè quel trattamento estetico che è molto simile ad un tatuaggio che ha l’obiettivo di correggere dei difetti estetici che possiamo avere nelle nostre sopracciglia.

 

L’origine del nome deriva dallo strumento che viene utilizzato per arrivare a questo obiettivo, ed è uno strumento che ha delle micro lame, e dall’inglese microblade che servono a generare piccole incisioni nella pelle dove poi verranno inseriti i pigmenti di colore.

 

Parliamo di una tecnica che è nata e si è sviluppata nel mercato degli Stati Uniti, poi è arrivato in Italia e si sta diffondendo ormai da qualche anno.

 

E non è per niente un caso che si sia arrivati alla diffusione anche in Italia semplicemente perché in passato c’erano già stati vari trattamenti che si trovavano qui in Italia per migliorare le sopracciglia con dei risultati però dal punto di vista estetico non così eccellenti.

 

Mentre poi questo sempre più donne e anche uomini hanno iniziato a prendere in considerazione questo trattamento di Microblanding avendo problematiche di natura estetica che sono legate alla zona delle sopracciglia, quando hanno scoperto poi tra l’altro che grazie a questo strumento e questo trattamento si può correggere qualsiasi inestetismo dando risalto allo sguardo e migliorando la conformazione del viso.

 

Detto ciò è una tecnica questa del Microblanding che viene eseguita con uno strumento manuale e cioè una piccola penna che è una lama inclinata con vari aghi sottilissimi che non vanno nel profondo o a fondo nella pelle, ma produce dei piccoli graffi in superficie nella zona che poi interessa, e cioè la zona delle sopracciglia.

 

Si differenzia da altre tecniche che riguardano per esempio il trucco permanente o il tatuaggio tradizionale semplicemente perché in quei casi si fa ricorso al dermografo, e non a questo pennino con delle piccole lame di cui stiamo parlando in questo articolo.

 

A prescindere dal trattamento estetico quello che fa la differenza sono sempre i professionisti ai quali ci affidiamo

 

Non ci stancheremo mai di ripetere e non ci stancheremo mai di scrivere quando parliamo di questi argomenti che quando abbiamo bisogno di un trattamento estetico in questo caso del microblanding ma sarebbe la stessa cosa anche per quanto riguarda per esempio la dermopigmentazione, una delle cose molto importanti che può fare la differenza in positivo o in negativo sono i professionisti ai quali ci rivolgiamo.

 

Nel senso che noi possiamo essere convinti quanto vogliamo di quel tipo di tecnica e di quel tipo di trattamento estetico o perché magari abbiamo fatto indagini studiando o leggendo articoli come questo, però se poi ci affidiamo delle persone inesperte che utilizzano per esempio degli strumenti, in questo caso la pennina, di qualità scadente, o non rispettano le regole igieniche che vanno rispettate il risultato sarà deludente.

 

Per questo motivo molto meglio spendere un po’ di più, però avere la certezza che i risultati saranno apprezzabili piuttosto che provare a risparmiare con dei risultati davvero scadenti.

Link Utili:

FORSE NON SAPEVI CHE ?

Il trucco permanente, in sigla PMU dall’inglese permanent make-up, è una tecnica della cosmesi decorativa che utilizza il tatuaggio per applicare i pigmenti sotto la superficie della pelle. Normalmente serve a correggere gli inestetismi del viso e del corpo e per il miglioramento della immagine estetica in generale. L’utilizzo più frequente è sul viso, marcando e modificando le linee degli occhi, labbra e sopracciglia con disegni che richiamano il disegno naturale, In questo si distingue dal tatuaggio artistico che realizza disegni di fantasia. Può essere utilizzato anche per camouflage permanenti, per ridurre la visibilità di cicatrici, anche risultanti da interventi chirurgici o per ricostruire il disegno di areola e capezzolo dopo operazioni di mastectomia, con la pratica introdotta da Kesselring nel 1987 Quest’ultima attività viene definita anche “tatuaggio medicale” o “senologico”. La distinzione tra le attività di tatuaggio e di trucco permanente non è chiaramente definita ed il trucco permanente può essere chiamato anche: dermopigmentazione viso, tatuaggio visagista, trucco semipermanente, micropigmentazione estetica, tricopigmentazione. L’Italia, al 2017, non ha adottato una legislazione specifica. Il quadro normativo italiano si riconduce alle Linee guida del Ministero della Salute per l’esecuzione di procedure di tatuaggio e piercing in condizioni di sicurezza (Circolari 2.9/156 e 2.8/633 del Ministero della Sanità pubblicate nel 1998 2.9/156). Le Circolari ministeriali prendono in considerazione i rischi di trasmissione di infezioni ed effetti tossici dovuti alle sostanze utilizzate per la pigmentazione del derma. Le misure, riportate, da applicare per il controllo del rischio sono: norme igieniche generali; misure di barriera e precauzioni universali; nonché misure di controllo ambientale. L’esercizio dell’attività di trucco permanente in Italia non è regolato da leggi nazionali, ma può rientrare in quanto disciplinato dalla legge 1/90 sull’attività di estetista. Nel 2015 una apposita modifica delle schede tecniche allegate alla legge sancisce che le apparecchiature per trucco permanente rientrano tra le apparecchiature utilizzabili da una estetista. Alcune leggi regionali per la disciplina dell’attività di piercing e tatuaggio, possono valere anche per le attività di trucco permanente. La tutela del consumatore sui prodotti e trattamenti di trucco permanente in assenza di leggi specifiche che disciplinino la materia è assicurata dalla applicazione del Codice del consumo (DL.vo 6 settembre 2005, n. 206.) che rende vincolanti il rispetto della risoluzione ResAP(2008)1 del Consiglio d’Europa e delle circolari ministeriali. In accordo con gli articoli 2 e 316 Codice Civile in Italia è proibito praticare trucco permanente o tatuaggi a chi ha meno di 18 anni senza il consenso dei genitori o dei tutori. Nelle indicazioni fornite alle estetiste sulla applicazione del trucco permanente si specifica inoltre di non effettuare il trattamento:

  • sulle donne in stato di gravidanza;
  • su soggetti che soffrono di allergie, di epilessia o di malattie infettive, o autoimmuni, o dell’apparato respiratorio o dell’apparato cardiocircolatorio, o della zona di cute da trattare;
  • su soggetti che soffrono di patologie, o sono in cura con farmaci, che alterano la normale riepitelizzazione della pelle o la coagulazione/cicatrizzazione (ad es.: diabete, anemia mediterranea, ecc.) o sono in cura con farmaci chemioterapici;
  • in concomitanza con altri trattamenti estetici, medico-estetici, medici che compromettono lo spessore e l’integrità dello strato corneo (es. peeling). (Wikipedia)